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by Giada Ruina

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Il consiglio di Bart Willemsen, VP analyst di Gartner, di investire nell’intelligenza artificiale (AI) per il 2024 riflette una tendenza crescente nella trasformazione digitale delle aziende. L’adozione dell’AI non solo porta a un’innovazione tecnologica ma rappresenta anche un vantaggio competitivo significativo per le aziende italiane in diversi modi.

Ad esempio, Implementare l’AI per la sicurezza dati e della privacy sta diventando sempre più urgente e importante. C’è anche un altro lato della medaglia positivo: le aziende italiane possono trarre vantaggio dall’adozione di framework di AI etica e trasparente che rispettino le normative come il GDPR, rafforzando così la fiducia dei clienti e degli stakeholder.

Inoltre, in un’epoca dove la sostenibilità è diventata un elemento imprescindibile per il business, introdurre tecnologie guidate dall’intelligenza artificiale per ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare l’efficienza energetica, contribuisce a creare un’operatività più sostenibile.

In maniera più ampia, si può dire che investire in tecnologie di Intelligenza artificiale, non solo migliora l’efficienza operativa ma apre anche nuove possibilità di innovazione e competitività nel mercato globale.

Parafrasando le parole di Willemsen, l’incoraggiamento per le aziende è quello di considerare l’investimento nell’intelligenza artificiale (AI) non come un costo, ma come un’opportunità strategica per l’innovazione e la crescita a lungo termine.

L’approccio dovrebbe essere olistico, prendendo in considerazione vari aspetti dell’organizzazione, dalla cultura aziendale alla struttura operativa, fino alla pianificazione finanziaria.

Quali sono le best practices per noi aziende italiane, per abbracciare l’AI e investire su questa tecnologia?

Il primo punto è l’approccio strategico, ovvero: avere visione e obbiettivi chiari.

Definire i propri obiettivi aziendali, di business, di sostenibilità e di produttività è fondamentale per una corretta e funzionale individuazione delle soluzioni offerte dall’AI che possono sostenere i “goal” aziendali e creare valore aggiunto.

Un altro approccio fondamentale è la promozione di una cultura aziendale aperta all’innovazione e al cambiamento. Questo include la formazione e lo sviluppo delle competenze dei dipendenti in relazione all’AI e alle tecnologie digitali.

Un ultimo punto che non possiamo trascurare, soprattutto in questa era in cui l’intelligenza artificiale è una tecnologia “nuova” e in fortissima evoluzione, è la definizione di un quadro etico e di governance per l’uso dell’AI che tenga conto della trasparenza, della privacy dei dati e dell’impatto sociale.

Questo punto cruciale riguarda principalmente le problematiche dei bias incorporati nei set di dati utilizzati per sviluppare le applicazioni di intelligenza artificiale. Diventa, quindi, fondamentale un accurato data cleaning all’inizio del processo, stabilendo comportamenti e metodologie aggiornate che contribuiscono a generare dati di qualità per il corretto apprendimento dell’AI.

Ci sono altri principi che le aziende italiane possono adottare nel considerare fattivamente il proprio investimento nell’intelligenza artificiale?

Sicuramente vale la pena approfondire altri due temi: l’organizzazione delle risorse e la pianificazione finanziaria, che approfondiremo nel prossimo articolo.

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